Precarietà

La strada dell’evoluzione umana è costellata da tanti successi e da tante scoperte che hanno reso la vita più facile, più agevole. 
Attualmente, tanto per fare un esempio, la tecnologia offre tante certezze.
Davvero tante. Quasi solo certezze.
Si è certi, ad esempio, circa l’esatto numero di globuli bianchi o rossi o piastrine presenti nel nostro sangue. 
Si è certi che la stella Polare (Polaris, costellazione dell’Orsa Minore, non per dire) si trovi a 600 anni luce di distanza da noi. 
Si è certi su dove, nel nostro DNA, si trovino le informazioni relative al colore degli occhi o dei capelli.
Tra tante assolute certezze, però, vengono a mancare alcune basi. Il terreno vacilla sotto i piedi. 
Si conquista la scienza ma si perde umanità. O, forse, si accresce umanità.
Si sanno tante cose ma, ad esempio, un neo laureato non sa se troverà lavoro. 
Una giovane coppia che voglia sposare non sa quanti mesi durerà il proprio matrimonio. 
Un figlio non sa fino a quando vivrà insieme ai suoi genitori, al di là di eventi naturali. 
Un lavoratore non sa fin a quando potrà contare sul suo stipendio. 
Sembra che tutto ciò che ruota attorno allo sviluppo e al progresso, che da sé porta incrollabili certezze, sia foriero di instabilità, di incertezza, di debolezza, di precarietà.
E già. 
Ecco cosa ci stanno portando questi anni: la certezza della precarietà.

Maggio 2007
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