Non passo quasi più da questi parti perché, nato come diario della mia coscienza, questo blog mi appartiene come la cultura del rispetto dell’altrui pensiero appartiene ad un dittatore; ci sono, però, affezionato.
C’è, anche se non sono più quello di qualche anno fa, per un fisiologico e naturale processo evolutivo o di invecchiamento, una parte di me, una parte della mia storia personale, un traccia delle mia anima, qualche bel ricordo e, perché nasconderlo, qualche goccia di sangue lasciata da qualche ferita che ancora fatica a rimarginarsi; fa parte della vita, del gioco, si prendono e si danno, si è vittima e carnefice, tanto, prima o dopo, capita a tutti, nessuno escluso.
In questi mesi vissuti in solitudine emotiva – non che la cosa sia stata tanto diversa rispetto al passato – credo di aver raggiunto la piena consapevolezza di ciò che voglio: pace e serenità, ma senza, e questo è un notevole balzo in avanti in termini di maturità, che questa dipenda da un’altra persona: troppe volte ho commesso questo errore, affidando la mia anima a qualcun altro. Non dico che non mi piacerebbe, ma oggi, prima di ricascarci di nuovo, troppo dovrà dimostrarmi qualcuna; non mi fido più, non ne ho più voglia, né mi turba o scuote il pensiero di stare solo. Neanche per idea. Non mi lamento anche se ammetto che mi piacerebbe condividere qualcosa più di un file o di un messaggio, ma al momento va bene così.
Vivo, cerco di vivere assaporando tutto quello che la vita mi offre e, quando non ha nulla da offrire, cambio giro, cambio strada, mi vesto a nuovo e ricomincio, anche se, e devo esser sincero, non ho più molta voglia di sognare perché coi sogni mi sono fatto del male e ancora oggi ne porto dentro le conseguenze. Mi sento emotivamente carico ma latente, voglioso ma stanco, prepotente ma non in grado di combattere perché, in fin dei conti, non me ne frega niente; ciò che volevo non c’è, non esiste, e non si può vivere una vita rincorrendo un sogno che si sa essere tale: è da idioti e, malgrado, probabilmente abbia anche qualche gene idiota, non voglio fare la fine del coglione, no.
Preferisco una consapevole solitudine, lontano.
Così va, ma, per ora, va benissimo così.
Sogni d’oro.
Ho pensato più volte all’arte della vendetta; se ci ho pensato, è evidente che fa parte di me, altrimenti avrei fatto finta di niente.
Chissà, forse un giorno.
Ho incontrato mille volti e duemila occhi, ma tutti insieme non hanno saputo farmi vedere quello che avrei voluto.
E’ il mio blog: che mi frega di quello che ci scrivo e di come lo scrivo 🙂
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