La dignità

Devo avere una buona propensione all’essere calpestato, forse prima di questa vita dovevo essere un tappeto.
Boh.
Ci penso e ci ripenso, ma la responsabilità di questo atteggiamento che subisco non può essere interamente degli altri; è ovvio che anch’io mi predispongo al calpestio.

6 risposte a “La dignità”

  1. Avatar Marta Vitali

    E se invece fosse diversa l’ interpretazione? Per esempio… a me capita di non dare peso a opinioni sulla mia persona date da persone che non ritengo sincere. Le lascio parlare e le lascio convinte di essere migliori di me.
    Da terze persone questo atteggiamento è visto come remissivo, inferiore senza immaginare che forse è sinonimo di forza. Perché io sono forte per ignorare critiche che nulla hanno di costruttivo.

  2. Avatar pedra

    Io faccio una verifica :se quello vicino a me hanno tutti le scarpe pulite, lo servono sono io…

  3. Avatar pedra

    Io faccio una verifica :se quelli vicino a me hanno tutti le scarpe pulite, lo zerbino sono io…

  4. Avatar Silvia B.

    Se ti senti calpestato, vuol dire che non ti stai amando abbastanza, secondo me. Penso che la maggior parte delle cose ci accadono perchè lo permettiamo noi. Son poche quelle inevitabili. La motivazione? A volte in fondo crediamo di meritarci di meno e non facciamo nulla per cambiare quella situazione. Addirittura c’è chi crede di dover scontare una qualche pena (non consciamente, s’intende).
    Forse ciò che ti manca è stabilire delle priorità, chi può arrivare a calpestarti? In quali casi e perchè non riesci a dire di “no”? E soprattutto perchè ti senti responsabile dell’infelicità altrui al punto da sacrificarti, quando c’è sempre un modo per trovare un proprio equilibrio senza prevaricare sul prossimo?

    1. Avatar emcquadro
      emcquadro

      Andiamo con ordine, perché altrimenti perdiamo il filo ma una premessa è d’obbligo: questo pensiero era nelle mie bozze da parecchi mesi, forse più, ma l’argomento, in termini atemporali, è, comunque, secondo me, sempre attuale, al di là dello stato d’animo instantaneo che non corrisponde più a quanto scrissi tempo fa.
      Ciò doverosamente premesso, vengo al tuo inciso: concordo sul fatto che una sensazione di questo genere nasca dal poco amore che si riversa su se stessi, non credo ci siano dubbi in proposito, così come sono convinto che il comportamento altrui nasca molto spesso dal nostro modo di consentire che ciò avvenga.
      Per quanto attiene, invece, alle motivazioni, sinceramente non so da cosa nasca, e ti parlo per esperienza personale e non per racconto altrui: non ho idea se vi sia una sorta di autopunizione, piuttosto che altro; probabilmente, in quel momento della vita, in quel preciso istante, non si hanno le forze o la lucidità per capire e valutare, per controbattere o respingere al mittente, con la conseguenza che s’incassa, si prendono cazzotti non appena ci si alza. La mia è chiaramente solo una supposizione.
      Premettevo prima che, ormai, per fortuna, la situazione è notevolmente cambiata, ma come è cambiata? Qual è stato l’elemento che mi ha consentito di superare questo stato di empasse? Fondamentalmente, e la cosa può far ridere, se non sembrare addirittura una presa in giro o manifestazione di superficialità, ho utilizzato una tecnica semplicissima: ho imparato a dire “sticazzi”; ciò mi ha consentito, in primo luogo, di liberare la parte di me che soffriva in silenzio e, cosa non di poco conto, di creare nell’interlocutore una specie di sorpresa, nel senso che ho visto reazioni del tipo “ah, ma questo, allora, fa sul serio, esiste”, reazione che non avevo mai percepito prima con così tanta forza. Oggi, forte di questa magica locuzione, sicuramente poco elegante, ma certamente utilissima, non consento più a nessuno, ma proprio a nessuno, di anteporsi a me, nell’interesse primario mio, poi degli altri che, comunque, devo venire dopo di me, perché, se manco io, degli altri non so cosa farmene.
      Sono al top dell’egocentrismo, ma la cosa non mi preoccupa, perché so che un giorno troverò un equilibrio tra l’affermazione dell’io ed io sacrificio per l’altro. Per ora guardo me. 🙂

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