Non è mai la giusta stagione per seminare senza sapere se si raccoglierà qualcosa; nel dubbio, ho seminato, forse male, ma ho provato a farlo, ho tentato di rendere fruttifero un deserto o un cumulo di rocce o un castello di sabbia bagnato dal mare.
Insisto e continuo nella mia opera che tanto mi ricorda quella dei contadini di un tempo, quando non c’era agronomia, né scienza, né antiparassitari o anticrittogamici, ma la terra, daje e daje, qualcosa produceva.
Ecco, io, daje e daje, sono convinto che prima o poi coglierò qualcosa di quanto seminato e non calpestato.
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