Prendo il telefono e tento di accedere ad un portale da un’applicazione realizzata ad hoc, nella quale sono già memorizzate le mie credenziali sì da render più veloce il processo di autenticazione.
La mia bella applicazione, mi dice a tutto display “attendi, è in corso l’accesso … sta impiegando più tempo del dovuto … sii paziente”; a quel “sii paziente”, ho capito che la vita sta cercando d’insegnarmi da quasi cinquant’anni la virtù della pazienza che, nonostante i miei infiniti sforzi, evidentemente non ho ancora fatto mia, malgrado la eserciti, e prova ne è l’assoluto candore della mia fedina penale.
Insomma, tra un’attesa e l’altra, il tempo passa, e con lui gli anni, ma io rimango sempre impaziente, soprattutto dentro perché all’esterno un contegno sono in grado di darmelo e non paleso una così grande insofferenza nei confronti dell’attendere.
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