Quanti utilizzano ancora la penna, quanti cancellano ancora una parola o un periodo ricorrendo ad una o più righe, quanti ancora voltano pagina quando non c’è più spazio, quanti ricorrono a sofismi linguistici pur di riprendere un concetto solo accennato qualche paragrafo prima?
Scrivo con la penna, ma sempre meno, con la conseguenza che la mia grafia peggiora esteticamente sempre più; non solo, mi dà quasi sui nervi vedere il disordine dei miei scritti. Dovrò correre ai ripari e cercare di abituare nuovamente la mia mano, e ancor prima il cervello, aspetto utilizzare la vecchia e cara penna.
Utilizzare la penna, infatti, oltre al marchio di personalizzazione del proprio scritto, aiuta la mente a rimanere elastica, stimolata dal dover tracciare un segno piuttosto che schiacciarlo su una tastiera.
Ecco, un quaderno vecchia maniera (per fortuna qualcosa ho continuato a scrivere) sembra un mobile realizzato da un artigiano che, sistemato in casa, la rende unica, cosa che un mobile di Ikea proprio non sarà mai in grado di fare.
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